Compagnia Attori&Tecnici
BLACK COMEDY
di Peter Shaffer
traduzione e adattamento di Attilio Corsini
con Viviana Toniolo Giorgio Lupano Stefano Altieri
Stefano Messina Roberto Della Casa Annalisa Favetti
e la partecipazione di Debora Caprioglio
scene Uberto Bertacca
Regia
Attilio CORSINI
Black Comedy è una di quelle rare piece che non invecchiano mai , un virtuoso concertato dei meccanismi della pochade con in più una trovata geniale : il buio. E’ una commedia che il pubblico vede al negativo: quando i personaggi brancolano nel buio sulla scena c’è una luce accecante e , al contrario, quando si accende un fiammifero o una candela si fa buio.
Scritta nel 1965 dall’ inglese Peter Shaffer, uno dei drammaturghi più costanti nelle hit parade di tutto il mondo, basti ricordare i successi di Equus e di Amadeus, Black Comedy arrivò sui palcoscenici italiani nel ’67 con la regia di Franco Zeffirelli e , come protagonisti Giancarlo Giannini e Anna Maria Guarnieri .
Nel buio è tutto un frenetico susseguirsi di equivoci, tormentoni, scambi di identità. C’è un black out nella casa dove un giovane scultore spiantato e la sua fidanzata snob aspettano la visita del padre di lei che deve dare l’assenso al matrimonio e quella di un ricchissimo collezionista tedesco che potrebbe fare la fortuna dell’artista.
Per rendere più accogliente il modesto appartamento i due hanno preso in prestito dal vicino, un antiquario partito per il week end, mobili e soprammobili preziosi di cui lui è gelosissimo.
E quando manca la corrente arrivano nell’ordine: una vicina astemia terrorizzata dall’oscurità, il padre della ragazza che è un irascibile colonnello, il vicino antiquario gay rientrato in anticipo, la precedente fidanzata dell’artista che non sa che lui sta per sposare un’altra, un operaio della compagnia elettrica che parla con accento tedesco e viene scambiato per il ricco collezionista .
E alla fine, atteso come Godot, arriva il vero miliardario che precipita in una botola. Pur attraverso una commedia recitata “alla cieca”, a tentoni e a spinte, Shaffer ci da la metafora di un’umanità che annaspa, inciampa e farnetica.
E’ un “parapiglia” di grande coralità, di interpreti che devono sincronizzarsi in movimenti millimetrici per eseguire una nevrotica partitura dalla quale scaturiscono straordinari effetti comici. E la nostra compagnia, che quest’anno festeggia il trentesimo anno di attività , è ben attrezzata per questo tipo di orchestrazione che in alcuni momenti ricorda i ritmi frenetici di Rumori Fuori Scena.
TEATRO VITTORIA
P.zza S.Maria in Liberatrice 10 – Roma
Prima nazionale 29 marzo
Repliche fino al 22 aprile