Nato a Genova, in passo di Gatta Mora, il 27 ottobre 1782. Quarto di sei figli , impara a suonare il mandolino dal padre. Frequenta poi le scuole di Giovanni Servetto, di Francesco Gnecco e di Giacomo Costa.
A neppure undici anni dà un concerto al Teatro di Sant’Agostino per finanziarsi gli studi a Parma dal maestro Rolla. In quell’occasione esegue la sua prima composizione, le "Variazioni alla Carmagnola". Ma per tutti i maestri è "troppo bravo".
Nel 1797 si trasferisce con la famiglia a Livorno da dove inizia la propria lunga ed entusiasmante carriera concertistica. Fino al 1828 percorre l’Italia. Da quell’anno conquista anche l’Europa: prima Vienna, poi Praga, Varsavia, Berlino, Parigi, Londra…
La sua fama di musicista si accompagna al mito del personaggio "diabolico" (anche se Schubert lo definisce "un angelo"): per gli amori (famoso quello con Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, principessa di Lucca; inquietante quello con una minorenne genovese che lo portò anche in carcere), per i concerti notturni nei cimiteri, per i debiti di gioco, per le imprese finanziarie fallimentari (come il Casinò Paganini di Parigi nel 1838). Ma è la sua maestria unica nel far vibrare il violino – soprattutto nei "Capricci" – ad avergli dato immortalità.
Di costituzione debole, malato da anni, aggredito dalla tisi, muore a Nizza il 27 maggio 1840. Nel testamento lascia il poprio violino, un Guarnieri del Gesù del 1742, alla città di Genova: lo strumento è custodito a Palazzo Tursi.